martes, 20 de marzo de 2018

BRANDI (PLURITALIA): MODERNIZZARE IL VOTO ALL’ESTERO CON IDENTITÀ DIGITALE E BLOCKCHAIN

Condividiamo con gli amici l'interessante proposta di Juan Pedro Brandi , che potrebbe rendere più svelto il processo del voto all'estero.




LA PLATA\ aise\ - “Quando si parla del voto all´estero è sempre la stessa storia: brogli, denuncia di compravendita di voti, dubbi sulla sicurezza e via dicendo. Milioni di plichi elettorali in giro per il mondo rendono di fatto impossibile il controllo e sorveglianza della logistica; in tutti i passaggi c'è la possibilità di commettere delle frodi. Il meccanismo per corrispondenza ha un difetto strutturale: non garantisce che il voto sia personale ed eguale, libero e segreto”. È quanto sostiene Juan Pedro Brandi di Pluritalia, lista nata in occasione delle elezioni dei Comites nel 2015, secondo cui occorre “girare decisamente pagina e andare avanti”.
Come? Visto che “il sistema perfetto non esiste”, secondo brandi occorre “confrontare il sistema attuale (voto per corrispondenza) con una nuova metodologia di esercizio del diritto al voto”. Brandi, quindi, propone “un sistema elettronico basato sull’identità digitale e il voto tramite blockchain”.
L´Italia, spiega, “ha sviluppato il Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID), cioè il sistema di autenticazione che permette a cittadini di accedere ai servizi online della pubblica amministrazione con un’identità digitale unica. L’identità SPID è costituita da credenziali (nome utente e password) che vengono rilasciate all’utente e che permettono l’accesso a tutti i servizi online. Perchè non usarla per votare? La tecnologia blockchain – continua Brandi – permetterà di votare comodamente a partire da un apparecchio provvisto di internet (Smartphone, Computer, PC). Grazie al grado di sicurezza del metodo, si potrà votare in modo segreto: le schede elettorali digitali verranno contate in modo anonimo”, sottolinea l’esponente di Pluritalia, secondo cui si “potrebbe approfittare del rinnovo del COMITES 2020 per provare il voto del futuro, sicuro, integrale e di basso costo!”. (aise)

Condividiamo l'invio della pubblicazione fatta dalla Federazione Marchigiana in Argentina (FEDEMARCHE) sulle attività svolte durante l'anno e sulla presentazione, con grande successo, del fisarmonicista Mirko Patarini a Còrdoba e a Santa Fe, nella Repubblica Argentina.

lunes, 12 de marzo de 2018



I colleghi dell'Agenzia "9 Colonne" ci hanno inviato l'elenco dei candidati per il Sudamerica , eletti per la Camera ed il Senato. Lo condividiamo con gli amici in facebook.

SPECIALE VOTO ESTERO / SUDAMERICA: CARIO (USEI) AL SENATO

(NoveColonneATG) Roma – Adriano Cario è stato eletto al Senato con l’Usei (Unione sudamericana emigrati italiani) nella ripartizione America Meridionale. Vive in Argentina e da marzo 2017 è presidente del Centro Calabrese di Buenos Aires.

SPECIALE VOTO ESTERO / SUDAMERICA: BORGHESE (MAIE) ALLA CAMERA

(NoveColonneATG) Roma – Mario Alejandro Borghese è stato eletto alla Camera con il Maie nella ripartizione America Meridionale. Nato nel 1981 a Cordoba, in Argentina. Frequenta la Scuola Italo Argentina Dante Alighieri ottenendo il diploma nel 1998, subito dopo inizia la carriera di medicina nell’Università Nazionale di Córdoba. Sposato con Isabella, di origine italo-australiana. Crea il gruppo giovanile del Comites di Cordoba e nel dicembre del 2008 partecipa alla Prima Conferenza Mondiale della Gioventù a Roma. A novembre 2009 rappresenta i giovani nell’assemblea plenaria del Cgie a Roma. Nominato coordinatore dei Giovani del Maie per la circoscrizione consolare di Cordoba. Partecipa alla Società Cattolica Popolare Italiana come tesoriere e organizza il progetto Agrobio con l’Associazione Anfe, per italo-argentini studenti in Agronomia, che consiste in un corso di formazione della durata di sei mesi, svolto nell’Università Cattolica di Córdoba.

SPECIALE VOTO ESTERO / SUDAMERICA: SANGREGORIO (USEI) ALLA CAMERA

(NoveColonneATG) Roma – Eugenio Sangregorio è stato eletto alla Camera con l’Usei (Unione sudamericana emigrati italiani) nella ripartizione America Meridionale. Classe 1939, Sangregorio è originario della provincia di Cosenza che lascia nel 1957 per emigrare in Argentina. Nel 1987 dà vita al Movimento italoargentino di Partecipazione mentre nel 2006 fonda l’Usei, di cui è il presidente

SPECIALE VOTO ESTERO / SUDAMERICA: MERLO (MAIE) AL SENATO (NoveColonneATG) Roma – Ricardo Merlo è stato eletto al Senato con il Maie nella ripartizione America Meridionale. Al quarto mandato, Merlo è stato eletto per la prima volta in Parlamento nel 2006 con la lista AISA (Associazioni Italiane in Sudamerica) mentre nel 2008 e nel 2013 è stato eletto deputato con il Maie. Nato nel 1962 a Buenos Aires, è laureato in Scienze Politiche all’università Del Salvador e ha perfezionato i suoi studi in Italia presso l'Università di Padova, Facoltà di Scienze Politiche, Corso di Diritto e Economia Politica della Comunità Europea. Rappresentante della gioventù argentina al convegno sulle problematiche della gioventù discendente degli italiani nel mondo nel 1993, è membro del Cgie (Consiglio Generale degli Italiani all’Estero) dal 1998 al 2003, Presidente C.A.V.A. (Federazione Veneta Argentina) nel 2002-2006.

SPECIALE VOTO ESTERO / SUDAMERICA: LONGO (PD) ALLA CAMERA
(NoveColonneATG) Roma – Fausto Guilherme Longo è stato eletto alla Camera con il Pd nella ripartizione America Meridionale. È al suo secondo mandato: nella scorsa legislatura era senatore. Nato nel 1952 ad Amparo, Brasile, da genitori italiani. Vive a San Paolo del Brasile, ha tre figli. Designer, architetto e urbanista, ha diretto importanti progetti pubblici in Brasile ed è oggi dirigente della Federazione industriale. E’ presidente dell’Associazione dei funzionari delle Entità Sindacali Patronali dello Stato di San Paolo e membro dell’Istituto Fernando Santi del Brasile.

SPECIALE VOTO ESTERO / SUDAMERICA: LORENZATO (LEGA) ALLA CAMERA

(NoveColonneATG) Roma – Luís Roberto di San Martino-Lorenzato di Ivrea, avvocato e imprenditore vinicolo è stato eletto alla Camera con la Lega nella ripartizione America meridionale. Vive a Ribeirao Preto, in Brasile, ed ha 47 anni. E originario di Ivrea ed è sposato. In passato ha condotto un programma in tv chiamato “Connessione Italia”.

I ripescati

Conosciamo i nomi di coloro che sono riusciti ad avere un posto in Paramento, pubblicati dall'adnkronos il 6 marzo.
Dall'alto in senso orario, Marco Minniti, Roberta Pinotti, Pierluigi Bersani, Lucia Annibali, Dario Franceschini e Laura Boldrini (Fotogramma)


Hanno perso la sfida dell'uninominale. Ma sono riusciti comunque a strappare un seggio in Parlamento grazie al paracadute del proporzionale. Dai big Minniti, Pinotti e Grasso, fino a Fedeli, Boldrini e Bersani, passando per i vip Paragone e Annibali in questa tornata elettorale non sono mancati ripescaggi, promozioni e bocciature eccellenti.

RIPESCATI - Tra i big ripescati spiccano i nomi dei ministri dell'Interno Marco Minniti, dei Beni Culturali Dario Franceschini, della Difesa Roberta Pinotti, dell'Istruzione Valeria Fedeli, e il ministro della Giustizia Andrea Orlando. Bocciati nelle sfide dei collegi uninominali per loro è scatto il recupero in virtù delle candidature nei collegi plurinominali.


Nel Pd, anche l'avvocatessa Lucia Annibali e la presidente della regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, sconfitte rispettivamente nell'uninominale di Parma e Trieste, sono state ripescate grazie al paracadute dei collegi plurinominali. Stessa sorte per Matteo Orfini (Pd). 'Salvi' anche tre dei principali esponenti di Liberi e Uguali, che dopo la sconfitta all'uninominale riescono comunque a ottenere un seggio: Pietro Grasso, Laura Boldrini e Pierluigi Bersani.

Il capitano Gregorio De Falco era uno dei nomi più altisonanti tra le file grilline ma alla fine è stato il candidato del centrodestra Roberto Berardi a vincere nel collegio di Livorno per il Senato. Ad ogni modo, De Falco era candidato anche come capolista nel listino proporzionale ed è riuscito ad assicurarsi un seggio a Palazzo Madama.

Tra i 'ripescati' azzurri del proporzionale c'è la deputata altoatesina Michaela Biancofiore, che non è stata eletta nel collegio maggioritario di Bolzano, dove ha vinto la piddina Maria Elena Boschi. Biancofiore ce l'ha fatta nel listino in Emilia Romagna (era in corsa nel collegio di Piacenza-Parma-Reggio Emilia). Resta fuori dal Parlamento, invece, la senatrice Paola Pelino, imprenditrice dei confetti, in corsa nel listino bloccato in Abruzzo.

Beneficia del 'paracadute' anche Vittorio Sgarbi: perdente nella sfida con il candidato premier cinquestelle Luigi Di Maio nell'uninominale di Acerra, il critico d'arte viene ripescato in Emilia dove era capolista nel collegio Ferrara-Modena.

Anche Guido Crosetto, candidato di Fdi e attuale coordinatore nazionale del partito di Giorgia Meloni, è stato eletto nel proporzionale alla Camera in Piemonte e Lombardia. Per l'ex sottosegretario alla Difesa del Berlusconi quater si tratta di un ritorno nell'aula di Montecitorio.

LA CARICA DEI GIORNALISTI - Poi c'è la carica dei giornalisti candidati nelle diverse liste che hanno vinto la loro sfida nei collegi uninominali. Ce l'hanno fatta a conquistare il seggio l'ex direttore del 'Centro' Primo Di Nicola, candidato M5S a Pescara, e, sempre per i pentastellati, l'ex direttore di Sky Tg24 Emilio Carelli, a Fiumicino. Un altro giornalista, Gianluigi Paragone, candidato M5S al Senato a Varese, ha perso la sfida con il leghista Stefano Candiani, è rientrato tramite il listino proporzionale. Anche Forza Italia ha piazzato due ex direttori: Andrea Cangini ('Quotidiano nazionale') eletto nelle Marche e Giorgio Mulè ('Panorama') eletto in Liguria. Per il Pd risulta eletto nel collegio di Milano l'ex condirettore di 'Repubblica', Tommaso Cerno. Non vince invece la sfida dell'uninominale a Matera, la piddina Francesa Barra.

I BOCCIATI - Nel Movimento Cinque Stelle, non riesce ad approdare a Montecitorio l'ex Iena Dino Giarrusso, battuto nel collegio Roma 10-Gianicolense dal radicale della lista +Europa, Riccardo Magi. Anche Alessia D'Alessandro, ex dipendente dell'Economic Council della Cdu e candidata con il Movimento 5 Stelle alla Camera, è rimasta fuori dal Parlamento. Sempre a Roma Angiolino Cirulli, imprenditore 'vittima' di Banca Etruria scelto dal M5S come anti-Gentiloni, non è riuscito a battere il presidente del Consiglio, che si è aggiudicato la sfida per il collegio di Roma Trionfale.

I PROMOSSI - Staccano direttamente il biglietto per Montecitorio, senza dover quindi aspettare il recupero nel proporzionale, la sottosegretaria Maria Elena Boschi, che a Bolzano batte Michaela Biancofiore, il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, che trionfa a Siena; il titolare delle Infrastrutture Graziano Delrio, in corsa a Reggio Emilia; il ministro per lo Sport Luca Lotti, nel collegio di Empoli e la ministra della Salute Beatrice Lorenzin a Modena. Al Senato passa anche Emma Bonino, che nel collegio senatoriale di Roma 1 batte il candidato del centrodestra Federico Iadicicco.

TORNA BOSSI, DEBUTTA GALLIANI - Nelle file del centrodestra, ottengono un seggio alla Camera la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, che vince nell'uninominale di Latina, l'ex ministro Mariastella Gelmini, rieletta in Lombardia con Forza Italia e Umberto Bossi che torna in Senato come capolista della Lega nel collegio plurinominale Lombardia 3. Tra i vip dello sport candidati da Forza Italia e fedelissimi di Silvio Berlusconi, l'ha spuntata l'ex ad rossonero Adriano Galliani, ora pronto alla nuova avventura al Senato. Non ce l'ha invece fatta il presidente della Lazio Claudio Lotito, candidato in Campania.

E ora? Gli scenari

Il giorno dopo le elezioni nessuna delle forze politiche aveva raggiunto la quantitá di voti per avere la maggioranza assoluta. Diffondiamo l'articolo pubblicato allora dall'ADNKRONOS







Il boom del M5S, il sorpasso della Lega su Forza Italia, il disastro del Pd. L'esito delle elezioni politiche cambia tutto. Il giorno dopo il voto però un governo non c'è. Nessuna delle forze in campo ha raggiunto la soglia del 40%, ossia la maggioranza assoluta. Uno scenario quello di un'Italia senza governo che preoccupa l'Europa e spaventa Piazza Affari .

Reclamano la vittoria il M5S, che con il 32% si afferma senza rivali come primo partito, e la coalizione del centrodestra con il 37%. Entrambi però non arrivano al 40%, la quota dell'autosufficienza. Un rebus di non facile soluzione. Anche perché sulla carta tutti si dicono contrari agli inciuci.


"Siamo i vincitori assoluti", ha detto oggi il leader del M5S Luigi Di Maio, assicurando: "Siamo aperti al confronto con tutte le forze politiche". "Sentiamo la responsabilità - ha poi aggiunto - di dare un governo all'Italia".

Guardando i numeri, le alleanze possibili sono tra M5S-Pd o tra le due forze antisistema M5S-Lega ma entrambi gli scenari appaiono politicamente difficili da concretizzare. Il Pd, tramortito dalla gigantesca sconfitta, appare defilato nella partita e sembra più orientato a collocarsi all'opposizione. Ettore Rosato, nella notte, commentando i risultati, ha assicurato: "Il Pd andrà all'opposizione", chiarendo anche che il partito "non è interessato a un governo con i 5 Stelle". "Opposizione", del resto è stata l'indicazione di Renzi. Un Pd diverso da quello conosciuto fino a ieri potrebbe essere tentato di aprire al dialogo con il M5S, Renzi però ha chiarito che si dimetterà solo dopo la formazione del nuovo governo.

La Lega, forte del risultato, punta in grande. Il segretario Matteo Salvini , rispondendo oggi a chi gli domandava se è accreditabile l'ipotesi di un governo con M5S, ha detto: "La Lega ha vinto nel centrodestra". Poi sono arrivate parole ancora più nette: "Un governo Di Maio-Salvini onestamente proprio non lo vedo". I 5 stelle ''cambiano idea troppo spesso", ha spiegato, dicendosi sicuro che c'è la possibilità di un governo del centrodestra senza "andare a fare coalizioni strane''. Ma siamo solo all'inizio. In molti sono pronti a scommettere che la porta ai grillini non è chiusa. E tra le fila dell'area moderata azzurra serpeggia proprio il timore che si possano creare convergenze inedite tra il partito di Salvini e M5S.

Fa un'analisi sul dopo voto Massimo Cacciari. Per l'ex sindaco di Venezia l'ipotesi più probabile è che "i Cinque Stelle facciano il governo con la Lega". "Il dato più significativo - dice all'AdnKronos - è la straordinaria affermazione della Lega rispetto a Forza Italia". "I Cinque Stelle è difficile che vogliano allearsi con forze perdenti", sottolinea, ricordando come è chiaro che ora il presidente della Repubblica Sergio Mattarella "dovrà dare l'incarico a Di Maio".

Certo è che il compito del capo dello Stato non sarà facile visti i numeri usciti dalle urne. Le consultazioni dovrebbero iniziare a fine mese. La partita è appena iniziata.


jueves, 8 de marzo de 2018

Oggi, 8 marzo dedichiamo a tutte le donne questa magnifica canzone di Zucchero Fornaciari, intitolata, precisamente,  "Donne".


GRAZIE ALLA NOSTRA AMICA MARÍA CATALINA RUGGERI, CHE CI HA INVIATO UN SALUTO NELLA GIORNATA DELLA DONNA , SALUTO CHE CONDIVIDIAMO CON LE NOSTRE AMICHE DEL "CORRIERE PROVINCIALE" INSIEME AL GRAZIOSO CESTINO CON UN MAZZETTO DI FIORI DI MIMOSA CHE ILLUSTRA I L SUO MESSAGGIO.


Il governo che verrà



VI INVITIAMO A CONDIVIDERE L'INTERESSANTE ARTICOLO CHE CI HANNO INVIATO
I COLLEGHI ITALIANI DELL'ADNKRONOS, NEI RIGUARDI DEI RISULTATI ELETTORALI.





Ognuno aspetta le mosse dell'altro. Tutti cercano intese con tutti, senza esclusione di colpi. Compresi Di Maio e Salvini, che provano a sondare le altre forze politiche per capire i margini di manovra. Trovare una soluzione al rompicapo delle elezioni, però, è un altro paio di maniche. Nessuna forza politica ha i numeri per governare e chiunque abbia intenzione di formare un governo deve cercare un'alleanza. Dove? Difficile azzardare ipotesi, eppure basta dare un'occhiata al riparto provvisorio dei seggi diffuso ieri dal Viminale per intravedere qualche scenario.

Al momento alla Camera risultano attribuiti 260 seggi al centrodestra (109 nei collegi uninominali e poi nel proporzionale 73 alla Lega, 59 a Forza Italia, 19 a Fratelli d'Italia); 221 al Movimento 5 stelle, 112 al centrosinistra (24 nei collegi uninominali, 86 al Pd e 2 alla Svp) e 14 a Liberi e uguali, per un totale di 607 su 630. Al Senato invece il centrodestra è a quota 135 (58 uninominale, 37 Lega, 33 Fi, 7 Fdi), il Movimento 5 stelle a 112, il centrosinistra a 57 (13 uninominali, 43 Pd, 1 Svp) e Liberi e uguali a 4, per complessivi 308 seggi su 315.


Per la governabilità sono necessari 316 seggi alla Camera e 161 al Senato. Seggi che nessuna delle forze in campo è riuscita a ottenere. Mentre Salvini guarda sempre più a sinistra e si è detto pronto ad accoglierla, Di Maio continua a professarsi disponibile a un dialogo "con tutte le forze politiche". Diversa la situazione nel Pd, dove è scontro sulle trattative, compreso un ipotetico accordo col M5S. "Senza astio, senza insulti, senza polemiche: chi vuole portare il Pd a sostenere le destre o il Cinque Stelle lo dica in direzione" ha detto ieri Matteo Renzi. "Cinque Stelle e Destre ci hanno insultato per anni e rappresentano l'opposto dei nostri valori. Sono anti europeisti, anti politici, hanno usato un linguaggio di odio - ha tuonato il segretario dem -. Facciano loro il governo se ci riescono, noi stiamo fuori. Per me il Pd deve stare dove l'hanno messo i cittadini: all'opposizione".

Quali alleanze ipotizzare dunque?

M5S+Pd+LeU: Partiamo dalla prima alleanza azzardata, quella tra M5S, LeU e Pd. Sommando il numero provvisorio dei seggi di Pd e M5S si arriverebbe a 333 deputati a Montecitorio e 169 senatori a Palazzo Madama. Numeri che non garantirebbero una maggioranza solida, ma con i 14 deputati e 4 senatori 'prestati' da LeU la situazione cambierebbe rapidamente. Liberi e Uguali, già in campagna elettorale, si erano mostrati meno inclini delle altre forze a sostenere un ipotetico governo pentastellato.

Centrodestra+Centrosinistra. Per poter governare, il centrodestra unito ha bisogno di 56 seggi alla Camera e 26 al Senato. Numeri che potrebbero arrivare grazie al sostegno di alcuni parlamentari del Pd. Un'ipotesi improbabile ma che non è stata esclusa da Matteo Salvini, che ieri ha aperto la porta alla sinistra. "Non facciamo accordo partitici o politici, noi abbiamo un programma - ha detto il leader del Carroccio - chi condivide programma, chi ci sta bene. C'è una tradizione di sinistra che non vota o che guarda alla Lega e cercheremo di raccogliere queste forze".

M5S+Lega: E' lo scenario meno probabile, quello che vede schierati i pentastellati con il Carroccio. Matteo Salvini, rispondendo a chi gli domandava se è accreditabile l'ipotesi di un governo con M5S, ha ribadito più volte che "un governo Di Maio-Salvini onestamente proprio non lo vedo". I 5 stelle ''cambiano idea troppo spesso", ha spiegato, dicendosi sicuro che c'è la possibilità di un governo del centrodestra senza "andare a fare coalizioni strane'' o inciuci.

Centrodestra+'responsabili': Per raggiungere la governabilità, al centrodestra occorrono 56 seggi alla Camera e circa 30 al Senato. Numeri che potrebbero raggiungere grazie al sostegno dei cosiddetti 'responsabili'."E' il momento di serrare i ranghi", è l'input arrivato da Arcore. Lunedì Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, raccontano, avrebbero condiviso la necessità politica di una coabitazione per blindare il centrodestra, partendo dal responso delle urne che lo ha legittimato come prima coalizione.

L'obiettivo è rafforzare la coalizione, se mai con l'appoggio dei cosiddetti 'responsabili' per il raggiungimento di una maggioranza assoluta, capace di esprimere un governo stabile. Da qui l'idea, riferiscono fonti azzurre, cui starebbero lavorando gli emissari di Fi, Lega e Fdi, di dar vita a gruppi parlamentari unici. Unendo le forze, il centrodestra diventerebbe il primo gruppo in Parlamento.






lunes, 5 de marzo de 2018

M5S a valanga, exploit Lega

Condividiamo le notizie che ci arrivano dall'Italia. Leggete le informazioni sulle elezioni.


Trionfo M5S, crollo Pd e centrodestra prima coalizione, con il boom della Lega che sorpassa Forza Italia. E' quello che emerge dai dati delle elezioni. Tutto secondo i pronostici? Quasi. Il dato più significativo - oltre alla grande affermazione dei 5 Stelle - è il partito di Salvini che ruba lo scettro a Berlusconi. Di fatto, però, esce comunque un Paese spaccato in tre. E una maggioranza lontana per tutti.

E ora? Gli scenari


SENATO - Con 59.800 sezioni scrutinate su 61.401, al Senato il centrodestra si attesta al 37,48%, (Lega 17,79, Fi 14,47, Fratelli d'Italia 4,26, Noi con l'Italia-Udc 1,19); M5S al 32; il centrosinistra al 23,11 (Pd 19,22, +Europa 2,37, Insieme 0,54, Civica popolare 0,50, Svp 0,43); Liberi e uguali 3,25; Potere al popolo 1,05; Casapound 0,84; Il Popolo della famiglia 0,69.

CAMERA - Con 59.186 sezioni scrutinate su 61.401, alla Camera il centrodestra è al 36,98 per cento (Lega 17,6, Forza Italia 14, Fratelli d'Italia 4,35, Noi con l'Italia-Udc 1,3); M5S al 32,5; centrosinistra al 23 (Pd 18,8, +Europa 2,56, Insieme 0,58, Civica popolare 0,52, Svp 0,42); Liberi e uguali al 3,42; Potere al popolo all'1,13; Casapound allo 0,94; Il Popolo della famiglia allo 0,66.

Luigi Di Maio, che parlerà probabilmente nel primo pomeriggio al quartier generale 5 Stelle, non ha trattenuto l'entusiasmo all'uscita della seconda proiezione e nel video postato su Facebook lo si è visto festeggiare il risultato insieme ad altri esponenti di spicco del Movimento presenti all'Hotel Parco dei Principi.

"La prima parola: grazie" ha scritto su Twitter Matteo Salvini che oggi ha sottolineato: "La Lega ha vinto nel centrodestra e rimarrà alla guida del centrodestra". La domanda è ora cosa farà il Cavaliere di fronte all'exploit salviniano. In tanti si chiedono se incasserà il colpo e gli basterà per consolarsi il primato raggiunto dal centrodestra, come coalizione, nonostante il boom grillino. In tanti mettono in guardia dal rischio implosione del partito. Più di questo non potevo fare, ma nessuno pensi di fare a meno di me, avrebbe detto ai suoi Berlusconi, che ha seguito la maratona elettorale da Arcore. Il timore, ora, tra le fila dell'area moderata azzurra è che si possano creare convergenze tra Lega e M5S.

Tensione al Nazareno e aria da regolamento di conti invece nel Pd. Matteo Renzi ha sempre negato l'intenzione di voler cedere il passo ma le cose potrebbero essere cambiate. "Resterò fino a 2021", aveva detto solo pochi giorni fa. Ma un Pd con un risultato nemmeno ipotizzato nei giorni scorsi può aprire scenari inattesi.

AFFLUENZA - Secondo i dati sull'affluenza alle urne, diffusi dal Viminale, alle 23 alla Camera ha votato il 72,93%, al Senato il 73,05%. Alle Regionali il 70,87%.

Elezioni 2018, centrodestra avanti, exploit M5S. Crollo Pd, la Lega supera FI. Ma non c'è la maggioranza

Condividiamo le notizie che ci arrivano da quotidiani italiani. In primo termine, la prima pagina de "Il Messaggero", con i risultati delle elezioni.



Il Movimento 5 stelle primo partito con il 32%, il Centrodestra prima coalizione. Crollo del Pd, la Lega supera Forza Italia. Ma non c'è una maggioranza per formare un governo. È la fotografia che consegnano i dati che arrivano dalle sezioni di tutta Italia, quando ormai lo spoglio è vicino alla conclusione.

La coalizione di Centrodestra si attesta al 37,02% alla Camera e al 37,50% al Senato, mentre il M5S è al 32,60% alla Camera e al 32,20% al Senato. Il Centrosinistra prende il 22,89% alla Camera e il 23,01% al Senato: flop del Pd, che alla Camera ha è andato sotto la soglia del 19% prendendo il 18,72%, mentre al Senato ha avuto il 19,15% delle preferenze.

Il Movimento di Luigi Di Maio trionfa al Sud, mentre il centrodestra primeggia in tutto il centronord. Il Partito Democratico tiene, si fa per dire, solo nella Toscana di Matteo Renzi e nel Trentino della ministra uscente Maria Elena Boschi. L'affluenza ha sfiorato il 74%.

Esce dunque un Paese spaccato in tre, come d'altronde era ampiamente previsto, ma con una affermazione di M5s importante. Il Movimento 5 Stelle fa meglio delle precedenti elezioni politiche, allungando fino a cinque punti percentuali alla Camera. Balzo in avanti anche per la Lega che supera Forza Italia.

«Trionfo del M5S, una vera e propria apoteosi, che dimostra la bontà del nostro lavoro e dimostra che tutti quanti dovranno venire a parlare con noi, e questa sarà la prima volta. È questa è la migliore garanzia di trasparenza del popolo italiano. Dovranno venire a parlare con noi usando i nostri metodi di correttezza, di trasparenza». Lo afferma Alessandro Di Battista dal comitato elettorale M5S.

«Il centrodestra ha la maggioranza politica, quindi è il vero vincitore di una tornata elettorale in cui è in gioco il governo del paese e non le affermazioni individuali. Solo con dati più precisi si capiranno i risultati dei singoli partiti e dei rapporti di forza parlamentari, e se la vittoria politica si tradurrà in una maggioranza numerica a Camera e Senato. Dopo 5 anni di governo della sinistra il centro destra e non il Movimento 5 Stelle è l'alternativa vincente. Gli italiani, come aveva chiesto il presidente Berlusconi, non hanno fatto prevalere la deriva grillina». Lo si legge in una nota del Coordinamento Nazionale di Forza Italia.

«Il centrodestra ha vinto, è stato sconfitto il Pd di Renzi. Ci sarà la fila per entrare nel centrodestra», ha detto il capogruppo di Fi alla Camera,Renato Brunetta. «Assolutamente sì. Noi non cambiamo parere. Chi avrà più seggi all'interno del centrodestra avrà legittimamente la possibilità di andare a palazzo Chigi. Se sarà Salvini, viva Salvini», ha aggiunto Brunetta in collegamento con La7 a chi gli chiede se Salvini sarà il candidato premier se il centrodestra dovesse avere la maggioranza e la Lega essere il primo partito.

«Gli exit poll si sono dimostrati nella storia molto elastici ma se questo è il risultato finale la cosa chiara per il Pd è un dato negativo, noi passeremmo all' opposizione». Così il capogruppo Pd alla Camera Ettore Rosato a Porta a Porta.

«Gli exit non hanno mai fatto i governi. Certo se i dati fossero confermati noi andremmo senza discussione all'opposizione. Poi mi pare di capire che non ci sarà un partito o una coalizione con la maggioranza relativa e sarà opportuno valutare dopo che il presidente Mattarella avrà dato l'incarico se per il bene del paese ha senso dare l'appoggio esterno restando comunque fuori da tutto. Ovviamente stasera è prematuro fare scenari, aspettiamo i dati finali. Non è così eretico iniziare a dire che il M5S sarà il primo partito e il primo gruppo parlamentare». Lo dice Francesco Boccia, esponente della minoranza Pd, che segue lo spoglio al Nazareno.
 

ANCHE LA CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA IN GIAPPONE ALLA FIERA "ITALIAN FOOD AND WINE IN SINGAPORE"

Tra pochi giorni, i sapori d'Italia presenti a Singapore.

SINGAPORE\ aise\ - Facendo seguito all'edizione dello scorso anno la Camera di Commercio Italiana in Giappone (ICCJ) è lieta di collaborare anche quest'anno con la Camera di Commercio Italiana a Singapore in occasione dell'evento "Italian Food and Wine in Singapore", in programma il 20 e 21 giugno prossimi al Suntech City Convention Center.
L'evento mira a supportare i produttori italiani del settore enogastronomico interessati a espandere il loro business nei mercati asiatici. Più di 30 aziende italiane si daranno appuntamento a Singapore per presentare i loro prodotti ai buyer provenienti da numerosi Paesi asiatici e invitati appositamente per l'evento.
L’ICCJ parteciperà con una sua delegazione di buyer giapponesi alla ricerca di nuovi prodotti, aiutandoli sia dal punto di vista dell'organizzazione degli incontri con le aziende italiane partecipanti, sia da quello dell'organizzazione del viaggio e del soggiorno a Singapore. "Italian Food and Wine in Singapore" è un'occasione speciale per assaggiare nuovi prodotti e incontrare aziende interessate al mercato giapponese. (aise)

Ringraziamo l'amica Kathy Ruggeri, chi ha inviato via facebook questo bellissimo video - che ci porta l'immagine dei vigneti imbiancati dalla neve - e che condividiamo con tutti voi.


Tivoli: Villa d'Este, il trionfo del barocco

Hai visitato le bellissime ville vicine a Roma? Ti invitiamo a conoscere Villa d'Este.



La magnifica Villa d'Este di Tivoli è uno dei siti italiani inseriti dall'Unesco nella World Heritage List. A pochi chilometri di distanza da Roma, Villa d'Este fu realizzata per volere del cardinale Ippolito II d'Este, governatore di Tivoli dal 1550.