SCIENZA
Sono trascorsi 15 anni da quando, il 26 giugno del 2000, l 'allora presidente
americano Bill Clinton e l'ex premier britannico Tony Blair annunciarono al
mondo che il codice della vita era stato svelato: la prima mappa del Dna era
stata scritta, anche se sarebbe stata completata solo nel 2003. "Una
pietra miliare" a disposizione della comunità scientifica per dare inizio
a "una nuova era della medicina molecolare - recitava la nota ufficiale
della Casa Bianca - che potrà portare a nuovi modi di prevenire, diagnosticare,
trattare e curare le malattie".
In queste ore l'anniversario è stato ricordato su Twitter
anche da Craig Venter, ai tempi alla guida dell'azienda Celera Genomics che
dapprima sfidò il Consorzio internazionale pubblico formato da scienziati di 6
Paesi, e poi collaborò al traguardo. Ma cosa è cambiato davvero in questi anni?
Con quali benefici o rischi? E cosa ancora cambierà? Il genetista Edoardo
Boncinelli lo spiega all'Adnkronos Salute e azzarda una previsione: "Una
rivoluzione molto, molto più grande è ancora più vicina. La sfida, ora, è
capire quali sono gli 'interruttori' che accendono e spengono i nostri geni.
Succederà", è convinto lo scienziato. "E non passeranno altri 15
anni".
Il sequenziamento del genoma umano "è stato senza alcun
dubbio un grandissimo avvenimento, frutto di uno sforzo internazionale che ha
portato a un traguardo assolutamente impensabile solo 30 anni fa", osserva
Boncinelli. "Il primo e più grande risultato concreto che abbiamo potuto
raggiungere - afferma - è stata la possibilità di andare a guardare quanti, e
soprattutto quali, geni possono essere coinvolti nella patogenesi di varie
malattie e in particolare del cancro". Solo i 'mattoni di Dna' associati a
diverse forme tumorali "sono ormai arrivati a 200-300", calcola lo
scienziato.
Questi studi hanno spalancato le porte alla medicina
personalizzata e ai farmaci intelligenti, oggi una realtà contro numerose
patologie. Un campo aperto con potenzialità ancora enormi: "E' infatti già
possibile - ricorda il genetista - sequenziare il Dna di un singolo individuo a
costi contenuti", crollati da centinaia di milioni di dollari a meno di
mille. "Presto, dunque, potremo conoscere con ragionevole precisione se ci
sono malattie serie alle quali ciascuno di noi può andare incontro".
Screening che, nelle mani giuste e usati bene, possono permettere di
pianificare strategie preventive su misura. "Ma è importante raccomandare
di non sottoporsi mai a questo tipo di analisi senza la guida e
l'interpretazione di uno specialista", ammonisce Boncinelli.
"Un'altra novità, più teorica, resa possibile
dall'avere a disposizione la mappa del nostro Dna - prosegue Boncinelli - è che
siamo riusciti a paragonare le varie parti del nostro genoma con quelle di
altre specie (penso agli animali e in particolare i grandi primati), o con i
nostri antenati come l'uomo di Neanderthal, scoprendo ad esempio che in un
certo periodo della preistoria ci siamo incrociati": il 'vis a vis' fra
Neanderthal e Homo Sapiens è stato fissato proprio di recente a 50-60 mila anni
fa.
Altre opportunità figlie del sequenziamento genetico vengono
elencate da esperti internazionali sentiti dal 'Telegraph': a partire da un
campione di Dna, per esempio, la moderna criminologia potrà contare sulla
possibilità di ricostruire in 3D il volto degli autori di un reato. E ancora:
la medicina anti-invecchiamento sta già provando a invertire geneticamente gli
effetti del tempo che passa, con la promessa di un ringiovanimento biologico e
di una longevità sempre maggiore.
Conoscere il codice della vita, però, significa anche
poterlo manipolare. Magari con finalità eticamente discutibili o pericolose per
l'umanità: dall'industria dei 'bimbi su misura', selezionabili attraverso
tecniche di fecondazione in modo che abbiano le caratteristiche desiderate, a
quella di armi biologiche nuove e più mirate. Virus, batteri e altri
microrganismi costruiti in laboratorio, o addirittura 'pallottole intelligenti'
in grado di colpire gruppi di persone - se non un singolo individuo - proprio
in base al Dna.
"Scenari forse un po' troppo fantascientifici"
secondo Boncinelli, che fra le insidie della genetica pensa piuttosto a
"pericoli più concreti: qualcuno, ad esempio, potrebbe andare a guardare
le malattie alle quali è predisposta una persona e violare la sua privacy
informando il datore di lavoro. Il risultato potrebbe essere il licenziamento,
oppure negare l'assicurazione a un dipendente che ha la probabilità di
ammalarsi di una determinata patologia".
Il genetista, tuttavia, preferisce pensare positivo e guarda
avanti: "Mi piacerebbe che si sfruttassero le nuove opportunità della
genetica per lo studio del cervello, del quale ancora oggi sappiamo molto
poco". E poi c'è "il compito numero uno per il futuro: l'indagine dei
meccanismi di regolazione dei geni, un capitolo di studio totalmente nuovo che
non possiamo sapere a dove porterà. Prevederlo adesso è davvero
impossibile", ma la svolta che ne seguirà sarà "molto, molto più
grande - ribadisce Boncinelli - di quella che abbiamo vissuto 15 anni fa. E
anche più vicina".
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